È possibile prevedere il prezzo del Bitcoin? Se sì, come si fa? Sono le classiche domande da un milione di dollari. Rispondere significa porre un tassello essenziale per la propria crescita come trader, anche e soprattutto economica.

Ovviamente, una risposta chiara e univoca non esiste, nel senso che il Bitcoin è un asset di investimento (tra le altre cose) e in quanto tale è soggetto a dinamiche che determinano una certa imprevedibilità. Tuttavia, è possibile ragionare per probabilità e quindi giungere a stime realistiche.

Per farlo, è necessario conoscere il Bitcoin nella veste di asset di investimento, maturare una certa consapevolezza circa gli elementi che muovono le quotazioni, riuscire ad agire di anticipo. In questa guida forniamo una panoramica di questi elementi, e tutta una serie di consigli che possono facilitare l’attività di trading.

 

Prezzo Bitcoin: alcune cose da sapere

Prima di indagare sugli elementi e sui fattori che incidono sul prezzo del Bitcoin è necessario essere consapevoli di cosa sia realmente il Bitcoin. Non che abbia bisogno di grandi presentazioni, d’altronde è stata la prima criptovaluta a salire alla ribalta, anche nei media generalisti. Tuttavia, la conoscenza profonda, quella che permette di investire efficacemente, è ben altra cosa. Il riferimento è in particolare a quelle che sono le due più importanti caratteristiche di Bitcoin: la decentralizzazione e l’indipendenza.

 

La decentralizzazione del Bitcoin

Il bitcoin è una valuta decentralizzata in quanto la sua emissione non fa capo a un ente specifico. Di conseguenza, non esiste alcuna realtà, ufficiale o meno, che possa modificarne l’offerta.

Da questo punto di vista, si segnala una differenza fondamentale rispetto a quelle che sono considerate le “rivali” per eccellenza del Bitcoin, le valute tradizionali. Esse sono gestite, in un certo senso manipolate (in maniera del tutto legittima e anzi “utile”) dalle banche centrali. Il Bitcoin funziona in maniera diversa.

L’offerta è in un certo senso automatica, nel senso che la sua emissione è soggetta alle attività di mining, di estrazione dei codici, che vengono eseguite privatamente e utilizzando potenze di calcolo immense.

Certo, il Bitcoin è programmato per “finire”, o per meglio dire per essere emesso in quantità progressivamente minori. Il riferimento è all’halving, che periodicamente dimezza la quantità di Bitcoin ottenibili da una estrazione. Un meccanismo che punta a sostenere i prezzi, ma che non è affatto discrezionale.

 

L’indipendenza del Bitcoin

L’altra caratteristica fondante di Bitcoin è l’indipendenza. A differenza delle valute tradizionali, il Bitcoin, oltre a non poter essere eterodiretto, non è legato ad alcuna economia in particolare. In un certo senso, è apolide.

Non si tratta di un dettaglio di poco conto, anche perché apre scenari particolari circa i fattori che ne muovono il prezzo, che evidentemente non possono comprendere i dati macroeconomici di questo o quel contesto geografico.

Queste caratteristiche, tra le altre cose, determinano una delle dinamiche tipiche del Bitcoin (e delle altre criptovalute): la spiccata volatilità. Pochi asset nella storia si sono rivelati più volatili del Bitcoin, e ancora oggi, nonostante il percorso di stabilizzazione in atto, ha pochi pari nel mercato.

La volatilità impatta sul modo di fare trading. Da un lato pone in essere continue occasioni di guadagno, dall’altro aumenta l’incertezza e rischia di disorientare il trader. Un primo passo per mettersi al riparo da queste dinamiche consiste nell’affidarsi a intermediari e piattaforme di qualità, che possano disegnare un ambiente comodo per gli investitori. Tra questi spicca eToro, che emerge rispetto agli altri broker per l’ampio ventaglio di alternative che mette a disposizione dei trader. Ne parleremo più avanti.

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Da cosa dipende il prezzo del Bitcoin

Arriviamo dunque al nocciolo della questione e descriviamo i fattori che muovono il prezzo del Bitcoin. Ebbene, sono fattori che ruotano attorno a tre temi, o per meglio dire alle tre “anime” del Bitcoin:

  • Bitcoin come asset di investimento
  • Bitcoin come mezzo di pagamento e strumento per le transazioni economiche
  • Bitcoin come bene rifugio e alternativa alle valute tradizionali

 

Provvedimenti e dichiarazioni dei policy maker

Gli investitori, e in particolare quelli che considerano il Bitcoin un asset speculativo, hanno a cuore il tema della regolamentazione. Da un lato, riconoscono che una regolamentazione è necessaria, e che a tutt’oggi è piuttosto carente. Dall’altro lato, temono che il legislatore possa procedere con una stretta in grado di rallentare oppure ostacolare le transazioni. D’altro canto, in alcune parti del mondo è già accaduto (vedi Cina).

Per questo motivo, ogni qualvolta un policy maker “apre bocca” sul Bitcoin, gli investitori si muovono e di conseguenza si muove anche il prezzo. A maggior ragione se l’oggetto del contendere non è una dichiarazione di intenti, bensì un provvedimento vero e proprio.

C’è da dire che raramente le dichiarazioni sono positive, in quanto i policy maker vedono spesso Bitcoin come una minaccia. Dunque, non appena si intravede uno spiraglio di luce, ecco che il prezzo del Bitcoin subisce un’impennata.

 

Provvedimenti e dichiarazioni delle multinazionali

La questione riguarda il concetto di Bitcoin come bene strumentale, per l’acquisto di beni e servizi piuttosto che per le attività economiche in generale. Il tema riguarda anche la reputazione generale del Bitcoin, che ancora si deve scrollare di dosso alcuni pregiudizi, soprattutto al cospetto del grande pubblico, sui profani che non frequentano i mercati.

Ebbene, qualsiasi dichiarazione o meglio ancora provvedimento proveniente da colossi e multinazionali che spinge verso una progressiva integrazione del Bitcoin muove il prezzo in maniera repentina. Gli investitori, insomma, reagiscono… acquistando.

 

Politiche monetarie delle banche centrali

Il Bitcoin è considerato da molti come un’alternativa alle valute tradizionali. Da altri, come un bene rifugio. Sia chiaro, stiamo parlando di correnti di opinione, ma comunque in grado di muovere parecchi investitori e di conseguenza anche il prezzo. Ora, questi attributi dipendono dalla forza che le valute tradizionali sono in grado di esprimere. Se si diffonde una percezione di debolezza, il Bitcoin si apprezza; se si diffonde una percezione di forza, il Bitcoin si deprezza.

Nello specifico, tali percezioni dipendono dalle politiche monetarie: è ovvio, se una banca centrale è costretta a intervenire tagliando radicalmente i tassi di interesse o, di contro, alzandoli di scatto, allora c’è qualcosa che non va, e il Bitcoin “ne approfitta”.

 

I due metodi per fare trading con il Bitcoin

I ragionamenti sul prezzo del Bitcoin sono vani se non si matura una certa consapevolezza sulle dinamiche di trading, ovvero sui due principali metodi per investire su questa criptovalute (e su tutte le altre).

Il primo metodo può essere definito “diretto” in quanto prevede l’acquisto e la vendita di criptovalute reali. Lo scopo è guadagnare dalle oscillazioni di prezzo, banalmente per comprare basso e vendere alto, ma anche creare e-wallert che possano consentire l’acquisto di beni e servizi.

Nella stragrande maggioranza dei casi, gli investitori utilizzano gli Exchange per comprare e vendere Bitcoin (e criptovalute assortite). Gli Exchange sono piattaforme specializzate all’uopo, ma non rappresentano sempre la migliore delle alternative. In primo luogo, sono poco regolamentate. Sia chiaro, la quasi totalità degli Exchange sono onesti ed efficaci, ma la questione delle mele marce è comunque aperta. Secondariamente, impongono costi mediamente elevati e tempi piuttosto lunghi.

Esiste un’alternativa più pratica e conveniente: eToro. Infatti, unisce i classici servizi da Exchange con la qualità tipica dei broker d’avanguardia, come costi bassi ed efficienti infrastrutture tecniche (che abbattono i tempi di transizione).

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Ma eToro mette a disposizione anche il secondo metodo, che è in generale tipico dei broker retail: il trading con i CFD. I CFD, per esteso Contract For Difference, sono prodotti derivati che non garantiscono la proprietà dell’asset, ma lo usano come sottostante. Esistono CFD di tutti i tipi, e quindi anche di Bitcoin.

Sono apprezzati dai trader in quanto permettono di sfruttare le oscillazioni di prezzo senza le tare strutturali della proprietà reale, che corrispondono per l’appunto alla lentezza delle transazioni e alla tendenza a cagionare costi eccessivi. Anzi, in buona parte dei casi, i broker non impongono nemmeno le commissioni, bensì “comodi” spread.

Per inciso, i CFD assomigliano ai Future. Rispetto a questi ultimi, però, sono Over The Counter, ovvero emessi al di fuori dei mercati ufficiali. Ciò però non compromette le garanzie di sicurezza, in quanto a essere regolamentati, pesantemente per giunta, sono i broker che li producono. Inoltre, tale dinamica determina indirettamente una spiccata abbondanza di prodotti, di gran lunga superiore a quella dei Future.

 

I migliori broker per fare trading con il Bitcoin

Vale la pena dunque fare una panoramica dei migliori broker per fare trading con il Bitcoin, a partire da eToro, a cui abbiamo fatto cenno nei paragrafi precedenti.

 

eToro

eToro è uno dei broker più famosi in assoluto. È salito alla ribalta grazie al copy trading, l’innovativo servizio che permette di replicare i trade degli altri utenti e potenzialmente guadagnare senza sforzo. In realtà, l’attività di analisi si sposta dal mercato ai trader (per individuare il cavallo vincente) ma ciò non toglie nulla all’efficacia del servizio.

Per il resto, eToro è un broker di grande qualità. L’offerta è ampia, copre molte asset class ed è anche piuttosto varia. Si basa sui CFD ma anche sulla compravendita diretta. Per esempio, gli investitori del Bitcoin possono acquistare e vendere criptovaluta reale, o fare trading con i suoi CFD.

Sullo sfondo, un approccio ai costi accomodante, che preferisce gli spread alle commissioni, e una infrastruttura tecnica efficiente, che disegna attorno al trader un ambiente comodo e stimolante.

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XTB

XTB è un broker che fa della qualità dei suoi servizi il pregio più importante. L’offerta è ampia, variegata e in grado di coprire molte asset class, tra cui le criptovalute, pur offrendo esclusivamente CFD. L’approccio ai costi è accomodante, e si basa sugli spread, che sono limpidamente dichiarati e variabili (in base alla liquidità dell’asset).

C’è un aspetto, però, su cui XTB emerge in maniera candida: la didattica. I materiali didattici sono numerosi, abbondanti, ben modulati, dunque adatti tanto ai principianti quanto agli esperti. Tra webinar, veri e propri corsi, guide tutorial c’è solo l’imbarazzo della scelta.

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Capital

Capital è un broker particolare in quanto ha assunto ormai da molto tempo un carattere istituzionale, come si evince dalla qualità e dalla quantità di partnership che ha stipulato in questi anni. Al netto di ciò, è un ottimo broker. A dimostrarlo, un’offerta ampia e variegata, benchè basata sui CFD (ovviamente mette a disposizione un CFD a base Bitcoin).

Capital cura molto l’approccio ai costi: le commissioni sono azzerate, sostituite da comodi spread. Il deposito minimo iniziale è davvero basso, pari a 20 euro. Una scelta, questa, che segna una specie di record e si muove nella direzione di una maggiore inclusività.

Un altro tratto particolare di Capital è l’offerta di conti, che è ben modulata in quanto a costi e funzionalità, tale per cui ciascun trade può trovare l’assetto che più gli si confà.

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Il prezzo del Bitcoin: un grafico e qualche info storica

Di seguito, un grafico in tempo reale sul Bitcoin, o per meglio dire sul cambio BTCUSD (Bitcoin Dollaro).

 

È utile riportare alcune delle informazioni più importanti circa la storia del prezzo del Bitcoin.

  • Massimo di sempre: 64.400 dollari – 12 novembre 2021
  • Massimo del 2022 (primo trimestre): 47.733 dollari – 1° gennaio 2022
  • Minimo a 4 anni: 3.183 dollari – 15 dicembre 2018
  • Minimo di del 2022 (primo trimestre): 35.070 dollari – 21 gennaio 2022

 

Consigli per praticare l’analisi tecnica del Bitcoin

L’analisi tecnica può essere praticata quando si fa trading con il Bitcoin? La domanda sorge spontanea, se si considera l’estrema volatilità dell’asset, e quindi la tendenza all’incertezza. La risposta è affermativa, ma è necessario comunque prendere alcuni accorgimenti atti a evitare i falsi segnali, che in contesti di volatilità sono piuttosto frequenti. Il consiglio, in estrema sintesi, è di utilizzare più indicatori, in modo che uno funga da controprova per l’altro.

Certo, ciò significa incrementare il tempo dedicato all’analisi tecnica, ma si tratta di un passaggio doveroso. Ad ogni modo, dopo un po’ di tempo e sufficiente pratica l’utilizzo di più indicatori risulta naturale, quasi automatico.

 

Consigli per praticare l’analisi fondamentale del Bitcoin

Dell’analisi fondamentale abbiamo indirettamente giù parlato. Il nocciolo della questione infatti riguarda i market mover, i fattori che incidono sul prezzo del Bitcoin. Fattori che abbiamo descritto con dovizia di particolare nei paragrafi precedenti. Tuttavia, ci sentiamo di fornire un ulteriore consiglio, che quasi va da sé, se si considera la natura dei market mover.

Il consiglio, in estrema sintesi, è tenersi sempre aggiornati su quanto “si dice e si fa” sul Bitcoin. Di norma, tutti i trader, di ogni ordine e mercato, devono tenersi aggiornati, ma nel caso di Bitcoin questo approccio risulta vitale.

A differenza degli altri asset, che bene o male godono di market mover fissi, le dichiarazioni e i provvedimenti giungono spesso improvvisi, e allora è bene apprenderli non appena sono resi pubblici, e reagire di conseguenza, prima che l’impatto sul prezzo del Bitcoin si sia dipanato in tutta la sua potenza.

 

Come iniziare a investire nel Bitcoin

Vale la pena chiedersi, a fronte di tutti questi elementi di complessità, se il Bitcoin sia alla portata di tutti ed, eventualmente, come iniziare ad investire. La risposta è affermativa, il Bitcoin può essere “maneggiato” con profitto da chiunque, a patto però che si sia disposti a mettersi sotto, studiare, apprendere e fare pratica. Proprio questo è il segreto per intraprendere una buona carriera da trader di Bitcoin: essere consapevoli delle peculiarità dell’asset, giungere all’appuntamento con il mercato con una certa esperienza.

Il secondo punto potrebbe destare qualche perplessità: come fare pratica senza perdere capitale? La risposta è dietro l’angolo e consiste nell’utilizzo massiccio e intelligente dei conti demo. I conti demo sono account che replicano quelli reali, ma che in verità simulano il trading. Il mercato è vero, gli ordini (e quindi il capitale) sono finti. Un ottimo modo per farsi le ossa in tutta sicurezza. Per inciso, tutti i broker che abbiamo presentato offrono un conto demo.

 

Bitcoin: mezzo di pagamento o asset speculativo?

Giunti a questo punto, è lecito chiedersi: il Bitcoin è solo un asset di investimento speculativo o può essere considerato anche una valuta vera e propria? Non è molto facile rispondere a questa domanda, anche perchè la risposta dipende dal punto di vista da cui si osserva la questione. Di certo, nella stragrande maggioranza dei casi, il Bitcoin è visto come un asset di investimento, una risorsa per speculare e guadagnare.

D’altrocanto, è impossibile non notare che molti punti vendita in giro per il mondo, sia fisici che digitali, permettono di acquistare beni e servizi con i Bitcoin. A un’analisi più completa, si può affermare che il Bitcoin è un possibile mezzo di pagamento, ma che non ha ancora raggiunto il rango di “valuta vera e propria” perché buona parte degli attori economici non la considera come tale. Non è un dettaglio di poco conto, se si tiene conto che un asset è un mezzo di pagamento solo se oggetto di fiducia da parte di chi compra e di chi bende. Il percorso di trasformazione, per quanto graduale, è comunque ben tracciato.

 

FAQ

A quanto ammonta il prezzo del Bitcoin?

Il prezzo del Bitcoin cambia in continuazione, dunque rimandiamo al grafico in tempo reale che trovate qui sopra. Possiamo comunque restituire un’idea del valore del Bitcoin in dollari, riportando l’intervallo entro cui si è mosso nel primo trimestre 2022, ovvero: 35.070 – 47.733 dollari.

Da cosa dipende il prezzo del Bitcoin?

Il prezzo del Bitcoin non dipende da market mover “fissi”, come le decisioni delle banche centrali o dati macroeconomici, bensì da tutti quegli eventi che riguardano il tema della regolamentazione, della sicurezza, dell’integrazione nel circuito economico (trasformazione in valute). Spesso si tratta di semplici dichiarazioni, meno spesso di provvedimenti veri e propri.

Come fare trading con il Bitcoin?

Esistono due metodi per investire sul Bitcoin: acquistare e vendere criptovaluta reale, commerciare in CFD che hanno Bitcoin come sottostanti. Nel primo caso, si sconta una certa lentezza delle transazioni e costi mediamente elevati. Difetti, questi, notevolmente ridimensionati se si fa riferimento non già agli Exchange, ma ai servizi di eToro.

Si possono praticare l’analisi tecnica e l’analisi fondamentale con il Bitcoin?

La risposta è affermativa ma a patto di prendere alcuni accorgimenti: rimanere sempre informati sulle dichiarazioni dei policy maker per quanto concerne l’analisi fondamentale, utilizzare più indicatori a mo’ di controprova e per evitare i frequenti falsi segnali per quanto concerne l’analisi tecnica.

Qual è il miglior broker per chi vuole investire sul Bitcoin?

Molti broker permettono di fare trading con Bitcoin. Alcuni esprimono una qualità elevata, come XTB e Capital. Tuttavia, eToro emerge particolarmente, come minimo perchè permette di fare trading con entrambi i metodi (compravendita diretta e CFD).

Con il Bitcoin si possono acquistare beni e servizi?

La risposta è sì, ma solo in pochi punti vendita digitali e non, sparsi per il mondo. Per ora si limitano a poche decine di migliaia. Il percorso di trasformazione di Bitcoin in valuta universalmente riconosciuta non si è concluso, ma è comunque tracciato.