Quali sono le migliori piattaforme per criptovalute? Se lo chiede chi manifesta interesse in questi peculiari asset, sia in una prospettiva speculativa che di semplice investimento. La questione presenta i suoi elementi di complessità, anche perché il mercato è cresciuto in questi ultimi anni. I progressi hanno riguardato ovviamente l’offerta di criptovalute, oggi ampia e variegata, ma hanno coinvolto anche le piattaforme. Il risultato è un certo imbarazzo della scelta, soprattutto in termini di tipologie e tecnologie a disposizione dei trader.

La guida che state per leggere punta a dissipare questo imbarazzo e a fornire qualche strumento per valutare le varie soluzioni, riconoscere le migliori piattaforme per criptovalute e porre le basi per un investimento proficuo.

 

A cosa servono le piattaforme per criptovalute

Le piattaforme per criptovalute si pongono uno scopo molto semplice: permettere di investire nelle criptovalute. A seconda della tipologia di riferimento, impongono stili e dinamiche differenti, persino una diversa concezione di investimento. L’obiettivo primario, da conseguire in un momento precedente all’attività di investimento, dovrebbe essere conoscere tali tipologie e le implicazioni che generano sul fronte strategico e operativo.

Sullo sfondo, la volontà di sfruttare il mondo crypto per guadagnare, a breve o a lungo termine, attraverso un’attività puramente speculativa o investimenti a lungo termine. Una volontà che procede dalla consapevolezza che le criptovalute, dopo qualche anno trascorso nella più classica delle zone grigie, sono asset assolutamente degni di questo nome, paragonabili per potenzialità agli asset più tradizionali come titoli azionari, valute fiat (euro, dollaro, sterlina etc.), materie prime, obbligazioni, etc.

Tutto ciò al netto delle differenze tra le criptovalute e i suddetti asset, che sono visibili a occhio nudo. Il riferimento è alla volatilità, molto più accentuata e in grado da un lato di porre importanti occasioni di guadagno, dall’altro causa – per chi pecca di preparazione – di qualche difficoltà. Senza considerare l’impatto che la struttura tecnica delle criptovalute, del tutto peculiare, esercita sulle attività di analisi, in particolare su quella fondamentale.

 

Piattaforme per criptovalute: Exchange vs Broker

Si fa presto a dire piattaforme. In realtà, i nomi in campo sono numerosi. La condizione necessaria per compiere una buona scelta è però maturare una certa consapevolezza sulle due categorie entro cui si possono ascrivere tutte le piattaforme esistenti.

 

Gli Exchange

La prima tipologia risponde al nome di Exchange. Gli Exchange sono piattaforme sulla carta molto semplici. Il loro scopo è semplicemente quello di consentire l’acquisto e la vendita di criptovalute. A loro volta, si suddividono in svariate tipologie. Per esempio, ci sono gli Exchange che permettono di acquistare criptovalute a partire da valute fiat, come euro o dollaro. Di contro, ci sono Exchange che permettono di farlo solo mediante una criptovaluta di “passaggio”, in genere patrocinata o progettata dalla stessa società che gestisce la piattaforma. Altri fattori di variabilità sono l’offerta effettiva di criptovalute (alcuni si focalizzano solo sulle più importanti) e la presenza di servizi collaterali, come i grafici e strumenti di analisi.

Gli Exchange permettono la creazione di e-wallet, proprio perché presuppongono la compravendita di criptovalute reali. Questo particolare, tuttavia, pone in essere alcune conseguenze negative. In virtù della peculiare infrastruttura tecnica delle criptovalute, cui fa fronte spesso una infrastruttura insufficiente o comunque non all’altezza degli Exchange, le transazioni sono in media abbastanza lente. Inoltre, gli Exchange impongono commissioni spesso elevate. Le implicazioni per chi vuole praticare un certo tipo di trading, magari veloce e iper-speculativo, sono autoevidenti.

 

I broker

L’altra tipologia di piattaforme per investire nelle criptovalute sono quelle offerte direttamente dai broker. Fare trading con i broker significa, nella totalità dei casi, operare non già con le criptovalute, bensì con prodotti derivati che pongono le criptovalute come sottostanti. Ciò permette di sfruttare le oscillazioni di prezzo, dunque l’obiettivo trading è preservato (anzi, è lo scopo primario). Tuttavia, non concepiscono la proprietà reale, dunque è esclusa la possibilità di creare wallert.

I prodotti derivati più utilizzati dai trader, e di norma offerti con una certa abbondanza dai broker, sono i CFD, Contract For Difference. I CFD sono simili ai future, ma sono Over The Counter, in quanto emessi dai broker stessi. Le garanzie di sicurezza sono comunque eccellenti, visti i legacci normativi cui i broker devono sottostare. Va specificato, comunque, che i CFD sono strumenti di norma “leggeri”, dai costi piuttosto rapidi, facili da maneggiare.

 

Dove investire in criptovalute

Vale la pena a questo punto chiedersi: meglio investire con gli Exchange o attraverso le piattaforme offerte dai broker? Rispondere a questa domanda significa indagare sulle implicazioni dell’investimento con criptovaluta reale e dell’investimento tramite CFD. In realtà, la risposta è semplice: dipende. Nello specifico, dipende dagli obiettivi della propria attività di investimento. Gli scopi possono essere i seguenti:

  • Costruire e-wallert, acquistare beni e servizi, e in prospettiva vendere per realizzare un ricco surplus
  • Speculare, sfruttare le oscillazioni di prezzo e cercare di guadagnare il più possibile, nel più breve tempo possibile

Ebbene, il primo obiettivo si sposa con l’uso intensivo degli Exchange. Il secondo, con l’impiego massiccio di CFD, e quindi delle piattaforme offerte dai broker.

Vanno comunque considerati i limiti degli Exchange. Come già accennato, nella stragrande maggioranza dei casi non vantano una struttura sufficiente a superare le “tare tecniche” delle criptovalute. Insomma, le transazioni sono abbastanza lente. Non bisogna dimenticare, poi, che in genere impongono commissioni elevate, mentre i broker in buona parte dei casi preferiscono gli spread alle commissioni.

Fanno eccezione i broker con funzione di Exchange. Essi rappresentano una vera rarità. Il capofila di questa categoria ibrida è eToro, che per inciso offre anche il trading via CFD. Ne parleremo più avanti.

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Come riconoscere un buon broker e un buon Exchange

Anche in virtù di queste considerazioni, è utile fornire qualche strumento preciso per riconoscere una buona piattaforma. Partiamo dagli Exchange. In particolare, bisognerebbe analizzare:

  • L’offerta di criptovalute. Come accennato, alcune piattaforme si focalizzano sulle tre o quattro più importanti, altre puntano addirittura su quelle più esotiche.
  • Interfaccia. Di base, i servizi di un Exchange sono abbastanza semplici, lineari. Anche l’interfaccia dovrebbe seguire questo canovaccio.
  • Costi. Come già accennato, le commissioni rappresentano sempre un problema, dunque passatele in rassegna prima di prendere una decisione.
  • Affidabilità e reputazione. I due concetti vanno di pari passo, anche perché gli Exchange sono vittima di un buco normativo, soprattutto in termini di regolamentazione.

Per quanto concerne i broker, e quindi le piattaforme che permettono di fare trading con i CFD, vanno guardati certo l’offerta e i costi, ma in aggiunta:

  • Abbondanza di strumenti analitici. I broker sono pensati per l’attività di trading, anche speculativo, dunque è bene che offrano molti strumenti per l’analisi e la comprensione del mercato. Il riferimento è in particolar modo agli oscillatori e agli indicatori.
  • Quantità di strumenti operativi. Stesso discorso per tutte quelle funzioni che consentono di “personalizzare” l’attività di trading, soprattutto in una prospettiva di money and risk management. Il riferimento, tra le altre cose, è allo stop loss, al take profit, al trailing stop, etc.
  • Interfaccia. L’interfaccia, vista l’abbondanza di attività che possono essere svolte e il numero di funzionalità a disposizione dei trader, gioca un ruolo fondamentale. Dunque, è bene che sia ottimizzata, organizzata secondo canoni di efficacia, che coniughi efficacemente elementi a schermo e pulsanti per richiamare menù e liste.

 

Una soluzione: i servizi di eToro per le criptovalute

Abbiamo già introdotto le peculiarità di eToro ma è bene approfondire la questione. Se non altro, per dare contezza di quella che è realmente un’eccezione nel mondo del trading crypto (e non solo), una sorta di mosca bianca.

eToro nasce come broker tutto sommato classico. Dunque, ci si aspetterebbe la possibilità di fare trading sì con le criptovalute, ma mediante CFD e nulla più. E invece ha compiuto una scelta diversa: proporre contestualmente anche servizi da Exchange. Dunque, eToro può essere considerato sia un Exchange sia un broker “classico”.

La notizia veramente positiva è che eToro riesce a “fixare” alcune delle tare tecniche di cui soffrono gli Exchange tradizionali. Certo, l’impatto sulla peculiare infrastruttura tecnica delle criptovalute si fa sentire in termini di rapidità delle transazioni, ma molto meno rispetto ai principali concorrenti.

Per quanto concerne i costi, invece, fa fede l’approccio tradizionalmente accomodante di eToro. Dunque, lo sforzo che i trader devono profondere su questo fronte è minimo, in ogni caso sopportabile.

 

eToro, come funziona

Come già accennato, dal punto di vista dei trader delle criptovalute, eToro si pone sia come un broker classico che come Exchange. Nel primo caso, fornisce la possibilità di investire mediante CFD, che per inciso non impongono delle commissioni ma solo dei leggeri spread. Nel secondo caso, fornisce non uno ma ben tre servizi di tipo Exchange.

  • Piattaforma di Trading. I servizi sono simili a quelli degli Exchange tradizionali. Tuttavia, si fa apprezzare per un’interfaccia più accessibile e per una gestione dei tempi più efficace. Inoltre, è valorizzato da strumenti gratuiti di ricerca e analisi.
  • Wallet. È un classico wallert che permette di comporre liberamente il proprio portafoglio scegliendo tra oltre 120 criptovalute. La buona notizia è che è possibile trasferire denaro dalla piattaforma al wallet con pochi clic e in tutta comodità.
  • Exchange avanzato. Si tratta di un servizio molto complesso, dedicato a chi fa veramente sul serio e può mettere in campo competenze specifiche. Per esempio, consente di praticare il trading algoritmo di livello istituzionale.

Sullo sfondo, le qualità per cui eToro è diventato famoso e ha conquistato una community numerosa: barriera all’entrata molto bassa (in termini di costi), marcata attenzione alla progettazione delle piattaforme proprietà, servizi diffusi di Copy Trading. In tutti i casi, quindi anche quando si commercia con le criptovalute reali, è possibile “copiare” le mosse di altri utenti e potenzialmente guadagnare senza fatica.

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Altri broker interessanti

Oltre a eToro si segnalano alcuni broker interessanti, che però operano principalmente via CFD. Poco male, se si considera la praticità di questi prodotti derivati, e la capacità di porre in essere uno sfruttamento intensivo delle oscillazioni di prezzo.

 

XTB

XTB è un broker che ha saputo raccogliere attorno a sé una community affiatata con la sola forza della qualità. I suoi servizi sono ben progettati, erogati con perizia e attenzione verso le necessità dei trader. L’offerta è ampia e copre molte asset class, i costi sono piuttosto accomodanti in quanto si limitano a spread leggeri e candidamente dichiarati.

XTB presenta una peculiarità, rispetto alla quale ha pochi pari nel panorama broker: il focus posto sulla didattica. I materiali didattici di XTB sono numerosi, ben congegnati, declinati in svariati format (webinar, corsi, tutorial etc.), adatti tanto ai principianti quanto agli esperti.

 

Capital

Capital è un broker “istituzionale”: si rivolge quasi esclusivamente ai trader retail, ma la sua caratura è elevata, frutto di importanti partnership stipulate nel corso degli anni. Al netto di ciò, è un broker di livello: l’offerta è ampia e copre quasi tutti gli asset class, le commissioni sono assenti e sostituite dagli spread, le barriere all’entrata molto basse. Anzi, straordinariamente basse. Il deposito minimo iniziale, per esempio, è di soli 20 euro, praticamente un record nel mondo dei broker.

Peculiare è anche l’approccio ai conti di trading. Ce ne sono molti, tutti ben differenziati. In questo modo, ciascun trader può trovare esattamente il broker che fa al caso suo.

 

Strategia e analisi nel trading con le criptovalute

Sviscerate le tecniche per individuare le migliori piattaforme e parlato abbondantemente delle soluzioni più interessanti, possiamo fornire un piccolo ma utile approfondimento sull’investimento con le criptovalute. In particolare, sulla questione “analitica”. Una questione spinosa, in quanto si scontra con alcuni pregiudizi. Per esempio, quello secondo cui le criptovalute sarebbero asset “impazziti”, estremamente volatili, spiazzanti. In parole povere: non analizzabili.

Si tratta, per l’appunto, di un pregiudizio. L’analisi tecnica e l’analisi fondamentale si possono e si devono fare, pur con qualche accorgimento.

Per quanto concerne l’analisi tecnica il consiglio è di utilizzare più indicatori e oscillatori, in modo che uno possa confermare o confutare le evidenze dell’altro. Si tratta di un metodo un po’ dispersivo in termini di tempo ma mediamente efficace per evitare i falsi segnali, che in contesti di volatilità sono all’ordine del giorno.

Per quanto concerne l’analisi fondamentale la questione è ancora più complessa. Il problema qui nasce dall’assenza di market mover stabili, collegati alle delibere di una banca centrale o alle performance di una economia. La verità è che le criptovalute, a partire dal Bitcoin, non sono eterodirette da una banca centrale o da un organismo equipollente, e non sono legate a un’area geografica specifica. Insomma, sono indipendenti e decentralizzate.

Che fare dunque? Occorre puntare sui market mover estemporanei, che in effetti giocano un ruolo importante. Il riferimento è alle dichiarazioni e – meglio ancora – ai provvedimenti di policy maker e capitani d’industria. Nello specifico, parole e fatti che riguardano due dei temi cruciali per gli investitori:

  • Regolamentazione. Gli investitori da un lato chiedono un quadro normativo più raffinato e chiaro, dall’altro temono una stretta sul possesso, utilizzo e commercio di criptovalute.
  • Integrazione nel sistema economico. Alcuni investitori fanno il tifo per la trasformazione di Bitcoin e affini in asset di utilità, ovvero in moneta vera e propria.

Prendiamo il caso del Bitcoin, che è la criptovaluta dal percorso evolutivo più lungo. Nonostante gli sforzi, non può essere considerata una valuta universalmente accettata. Certo, esistono punti vendita online e fisici dove acquistare beni e servizi con Bitcoin, ma sono ancora relativamente pochi (qualche decina di migliaia). A incidere, da questo punto di vista, una reputazione ancora non completamente restaurata e una volatilità accentuata.

 

Una panoramica sulle criptovalute più utilizzate

Il mondo crypto è complesso, l’offerta di valute virtuali è abbondante e varia. Dunque è utile fornire una panoramica di quelle più frequentate e apprezzate dagli investitori.

  • Bitcoin. Non ha bisogno di presentazioni, d’altronde è stata la prima a salire alla ribalta ed ancora oggi è la più capitalizzata, a tal punto da fungere da benchmark per tutte le altre. Molti credono che mostri la corda in termini di infrastruttura tecnica ma ciò non impatta più di tanto sul successo che sta ancora riscuotendo.
  • Ether. È la principale rivale di Bitcoin, anche perché si contrappone in termini di tecnologia e di funzionalità. Ether nasce per sostenere il progetto Ethereum, un gigantesco network che vuole rivoluzionare il mondo delle transazioni (non solo di denaro) attraverso gli smart contract.
  • Ripple. È una cosiddetta criptovaluta di “utilità”, il cui scopo è facilitare una determinata attività. Nello specifico, il passaggio di denaro da una nazione all’altra, tema caro alle popolazioni migranti. Ragione per cui ha conquistato una sua nicchia ed è sostenuta da importanti partnership.
  • Litecoin. È una criptovaluta che si ispira a Bitcoin, ma in chiave più moderna. È sostenuta dalla tecnologia blockchain, ma declinata in maniera potenzialmente più efficiente. Ciononostante, in termini di capitalizzazione si pone ad un livello inferiore rispetto al Bitcoin.
  • NEO. Così come Litecoin si ispira a Bitcoin, NEO si ispira a Ether. Anche in questo caso, però, la capitalizzazione risulta inferiore rispetto al suo “benchmark”.

 

Consigli per iniziare a investire nel mondo crypto

Investire nel mondo crypto è facile? Tale forma di investimento è accessibile a tutti? In via del tutto potenziale, sì. Certo, occorre prendere qualche accorgimento ed effettuare un percorso di formazione, o almeno di approfondimento. In particolare, è necessario maturare una spiccata consapevolezza circa le peculiarità del mondo crypto, che nella stragrande maggioranza dei casi corrispondono a una volatilità più accentuata e a una certa difficoltà nella pratica dell’analisi. Quest’ultima caratteristica è sostanzialmente strutturale, in quanto procede dal focus che la quasi totalità delle criptovaluta concentra sul tema dell’indipendenza e della decentralizzazione.

Chiaramente, la teoria non basta. Occorre fare pratica, prima di investire denaro. Il modo migliore per fare pratica è frequentare, almeno per un po’ di tempo, i conti demo.

I conti demo simulano i conti reali. Il mercato è lo stesso, l’infrastruttura della piattaforma idem. Tuttavia, il denaro messo a disposizione e gli ordini sono finti. Insomma, i conti demo permettono di simulare l’attività di trading senza correre rischi.

Per inciso, tutti i broker che abbiamo descritto in questa guida, a partire da eToro, mettono a disposizione una versione demo dei propri conti di trading.

 

FAQ

Dove investire con le criptovalute?

Chi vuole investire in criptovalute deve compiere una scelta: acquisto e vendita reale, trading mediante prodotti derivati. Nel primo caso, si fa riferimento in genere agli Exchange, nel secondo caso si fa riferimento ai broker. Alcuni broker, tuttavia, offrono servizi da Exchange, come eToro.

Che differenza c’è tra gli Exchange e i broker?

Gli Exchange sono vittima di un buco normativo, dunque sono permeabili alle mele marce. Inoltre, sono troppo suscettibili dei limiti tecnici delle criptovalute, dunque i tempi di transazione possono essere elevati. Infine, propongono commissioni generalmente elevate. I broker, di contro, sono ben regolamentati e, grazie ai CFD che emettono, consentono un trading tutto sommato rapido e a costi di gran lunga inferiori.

Cos’ha di particolare eToro?

eToro ha la particolarità di fungere sia da broker che da Exchange. Per inciso, il servizio Exchange supera i limiti di queste piattaforme, in quanto ridimensionare problematiche ataviche come la lentezza delle transazioni e i costi elevati.

Il trading con le criptovalute è per tutti?

In via del tutto potenziale, assolutamente sì. Certo, non è semplice, è necessario intraprendere un percorso di apprendimento finalizzato a fare proprie le particolari dinamiche del mondo crypto. L’uso intensivo dei conti demo è un metodo efficace per completare il proprio iter formativo, in quanto permette di fare pratica senza correre alcun rischio economico.